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Come scegliere il cuscino adatto?

Quante volte ti sei svegliato e guardando il cuscino hai pensato di cambiarlo?

Capita spesso che un paziente chieda consiglio su quale posizione adottare per il sonno, su quale sia il materasso o il cuscino giusto. Condizionamenti, credenze e falsi miti, ci portano spesso su acquisti non proprio funzionali al nostro benessere spostando il nostro focus dalla vera causa: ciò che veramente ci provoca dolore.

Continua a leggere l’articolo e acquisisci consapevolezza sul tuo essere consumatore di prodotti che talvolta non sono risolutivi del tuo problema.

In che posizione si deve dormire?

Certo ci sono delle posizioni consigliate per alleviare il mal di schiena o il male al collo, o alle anche. Ma avete mai provato a costringervi in un unica posizione durante il giorno? Siete costretti a continui aggiustamenti perchè dopo un po’ non vi trovate comodi o a vostro agio.

Ho provato su di me a stare attenta alla posizione durante il sonno, rimanere con un cuscino fra le gambe e stare attenta tutta la notte a rimanere in una posizione specifica. Sapete il risultato? Una notte insonne. E questo è normale, come possiamo stare vigili la notte quando ci riesce difficile farlo anche durante il giorno?

Siamo stati programmati per muoverci anche durante il sonno. Se avete avuto esperienza di accudire persone allettate, quindi costrette ad assumere la stessa pozione a letto o sedute per ore. Non passa molto che iniziano a presentarsi arrossamenti sulla cute e alla lunga questi diventano piaghe.

Questo è dovuto a pressioni locali nei tessuti mantenute per troppo tempo. Infatti è vivamente consigliato spostare e cambiare posizione i pazienti almeno ogni due ore. Quando invece non abbiamo patologie motorie e siamo in salute, il corpo ha un’intelligenza innata, lo fa da solo. Non esiste motivo di rimanere a lungo in una posizione in cui non si è comodi. E questo diventa ancora più evidente quando si ha un qualche dolore muscolo scheletrico, ci si muove ancor di più alla ricerca della posizione di sollievo e il sonno ne risulta disturbato. Il dolore infiammatorio si fa più acuto proprio di notte.

Ecco allora che cerchiamo una causa esterna ai nostri mali. E’ colpa del cuscino e del materasso. Che ovviamente erano gli stessi anche prima della comparsa dei dolori. E inizia la partecipazione a riunioni per vendita di materassi e cuscini e ovviamente ormai li acquistiamo e ormai li abbiamo collezionati tutti. Risultato: l’unica cosa che si è alleggerita non sono i dolori, ma il portafogli.

 

Giustamente non si pensa a quanti e quali cuscini adottare e per quale posizione.

E d’altronde, come potrebbe funzionare un cuscino standard per tutte le forme di cervicale che negli anni si sono adattate alla vita della persona che ha dolore?

Chi ha un dorso curvo come potrebbe stare bene senza cuscino o con cuscino basso? E se dormo di fianco come può essere confortevole appoggiare la testa su un cuscino basso o addirittura senza cuscino?

Mi capita spesso di dormire in albergo per lavoro e ho potuto sperimentare di tutto, proprio sulla mia pelle. Sono arrivata alla conclusione che su di me l’ottimale è un cuscino di piume da modellare a seconda della posizione che assumo. Questo per me è il top.

Mettiamo il caso però, che una persona sia cardiopatica, o soffra di problemi respiratori, o di reflusso gastro-esofageo. Il problema sarà diverso, perchè sarà necessario dormire in una posizione semi seduta.

Di norma, un cuscino basso, che arrivi all’altezza delle spalle, che dia un buon sostegno è in grado di sostenere i muscoli. Questi ricevono un segnale: devono rilassarsi. I recettori dei muscoli interpretano questo segnale e cedono, si lasciano andare. Un po’ come quando sentiamo tensione cervicale, se poggiamo gli avambracci sui braccioli di una poltrona, i muscoli si accorciano e iniziano a rilassarsi.

Come avrete capito la scelta del cuscino non è semplice e chiedere consiglio al proprio fisioterapista diventa una buona idea, perchè ci saprà aiutare ad analizzare la nostra problematica, la nostra postura, indirizzandovi verso la scelta giusta per noi, a seconda delle abitudini del vostro sonno.

Anche il variare della nostra condizione clinica può influire sulla scelta del cuscino, che potrebbe essere inizialmente più alto sino a divenire nel tempo più basso.

 

Che cosa allora provoca dolore e rigidità al mattino se non è colpa del cuscino?

Per esempio la presenza di alterazioni o disfunzioni del rachide cervicale e diversi sono i fattori che possono causare dolore, ernia del disco, presenza di osteofiti, artrosi a livello dei segmenti cervicali, tutto ciò puç portare a mal di testa, sensazione di stanchezza alle guance, rigidità e difficoltà nel movimento. Questa serie di sintomi, dati da strutture diverse, hanno in comune una non adeguata vascolarizzazione che porta a un minor afflusso di nutrienti e ossigeno ai tessuti interessati.

Inoltre, diminuendo l’apporto di scambi cellulari le sostanze di scarto rimangono in loco continuando ad alimentare il processo infiammatorio.

Quando ci alziamo al mattino la rigidità è più importante e man mano che ci muoviamo i muscoli, hanno un maggior apporto di sangue e si inizia a stare relativamente meglio.

Di notte, visti i movimenti limitati, il dolore si farà di nuovo sentire, in quanto è proprio col movimento che il liquido sinoviale, il nostro lubrificante naturale, lubrifica le articolazioni e la circolazione rallenta perchè ci muoviamo di meno.

E’ quindi normale, sentirsi più rigidi al mattino e sentire che via via i sintomi migliorano col passare delle ore.

Concludendo quindi, se abbiamo dolore durante la notte o al mattino, cosa bisogna fare, che cuscino, che materasso possiamo usare?

E’ preferibile non porre il focus sul materasso e cuscini ma piuttosto controllare il proprio stile di vita. Per esempio, quali sono le nostre abitudini prima di andare a dormire? Siamo soliti usare tre cuscini per due tre ore incollati al cellulare? Oppure utilizziamo a lungo un appoggio della cervicale sul bracciolo del divano? Forse è arrivato il momento di sfatare i miti su cuscini e materassi e farsi aiutare da un fisioterapista a fare il punto sulla propria situazione articolare e su come ci si possa liberare dei propri disturbi gestendo il proprio corpo in maniera differente.

La soluzione potrebbe arrivare stilando insieme al fisioterapista un programma terapeutico che accompagni dalla fase acuta, levando inizialmente il dolore, sino alla riprogrammazione del movimento e al consolidamento dei risultati ottenuti.

Diverse sono le modalità di intervento e variano a seconda dei casi, si può spaziare dalla terapia manuale, all’utilizzo della terapia fisica ma anche l’esercizio terapeutico e il cambiamento dello stile di vita.

Per questo si rende necessaria una valutazione della persona a 360° in modo da poter essere più precisi ed efficaci e andare verso il benessere.

 

Per ulteriori approdondimenti:

https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/cervicale-sonno/

La valutazione della postura. Quale vantaggio porta al paziente e come si svolge

PERCHE' FARE LA VALUTAZIONE POSTURALE?

La rilevazione dell'atteggiamento e dell'attitudine posturale hanno il beneficio, per le persone, di oggettivare la propria impronta posturale in quel dato momento ed in base a quella orientare il trattamento.

L'utilizzo delle foto nelle varie posizioni, la somministrazione dei test specifici e il loro confronto durante tutte le fasi del trattamento , sino alla sua conclusione, consentono di monitorare l'andamento delle cure, stabilire le priorità di trattamento, valutare quando il trattamento è terminato, rilevare i cambiamenti alla fine dell'esperienza fisioterapica proposta.

Vedere la propria postura è importante perchè le persone possano consapevolizzare un immagine di se in statica e in movimento, aprendo le porte alla motivazione e  al cambiamento.

Nessun può essere più motivato del paziente con dolore a cambiare e a re-imparare l'arte della manutenzione ordinaria della propria salute. Senza dare al paziente tutte queste informazioni non ci si può porre un obbiettivo.

Nessun protocollo funziona se non tiene conto della persona nel suo insieme, perchè le persone non sono numeri ma esseri umani. E proprio per questo meritano rispetto, ascolto e attenzione.

Da dove possiamo iniziare a far cambiale abitudini non salutari? Che cosa fa star male le persone?

I farmaci che si assumono, il cibo di scarsa qualità che si mangia, le relazioni tossiche a cui ci si abitua, portano alla lunga il nostro corpo e la nostra mente a dire BASTA!

Ed è questo che ci ha spronato negli anni allo studio e alla ricerca di soluzioni terapeutiche sicure, efficaci, affidabili.

Come possiamo definire la postura?

La postura ideale descritta nei testi, precisa, simmetrica, con spalle, collo, occhi, mandibola  e caviglie allineate, è una postura che non esiste e non può esistere nell'uomo per il semplice fatto che siamo esseri dotati di lateralità, siamo cioè destri, mancini o ambidestri.

Esiste al contrario una postura che riscontriamo nella realtà, che è quella che ognuno di noi ha in funzione del proprio vissuto, dei suoi traumi, delle sue esperienze, della sua lateralità, del suo scheletro e del suo sistema ormonale in generale.

La postura è la naturale posizione del corpo nello spazio, la posizione che gli consente di lavorare con il minimo sforzo. Se questa naturale posizione del corpo, diversa per ognuno, viene per qualche motivo modificata, il corpo non è più in grado di lavorare nel modo corretto e quindi alcuni distretti vengono sollecitati maggiormente rispetto ad altri.

E' molto importante sottolineare come le emozioni passino  nel nostro corpo e lo modifichino. Possiamo affermare per  questo che ogni emozione modifichi di conseguenza la postura. Se ci facciamo caso anche il contesto sociale può influenzare la postura, pensate alla postura delle persone quando stanno in chiesa o ad un funerale o al contrario alla postura dell'atleta che vince una gara.

Pensiamo a come l'emozione della rabbia modifichi  il corpo, come anche la voce,  il suo tono cambino e i gesti divengano più concitati. Ogni qual volta ci arrabbiamo, siamo imbarazzati, impauriti ecc., il nostro sistema nervoso  induce attraverso dei sistemi specifici,  una produzione ormonale specifica che entrando nel torrente sanguigno, per esempio, può causare chiusura dello stomaco e  una serie di reazioni a livello dei visceri, aumentando la sudorazione, il battito cardiaco,  aumentando la tensione muscolare.

E' proprio il sistema ormonale, attivato dal sistema nervoso ad indurci a cambiare un emozione. Il cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali, posizionate sull'estremità superiore dei reni.

Quindi a postura è influenzata da molteplici fattori, essa rappresenta come si sta al mondo, la memoria delle emozioni provate, la somma delle percezioni che ci fanno interpretare la realtà che ci circonda.

La postura diventa anche un modo in cui si posiziona il corpo per non sentire il dolore, attraverso i cosiddetti adattamenti, che ci portano via via ad assumere posizioni antalgiche di cui nemmeno ci rendiamo conto.

La postura di per se non causa dolore, ma  il dolore può essere  dato dall'incapacità del corpo di adattarsi o anche conseguenza dell'adattamento.

QUANDO E' INDICATO FARE UNA VALUTAZIONE POSTURALE?

  1. Si hanno fastidi nel movimento e c'è difficoltà ad avere una escursione articolare che ci consenta di effettuare i normali movimenti della vita quotidiana.  Un alterato appoggio del piede che per esempio è piatto, può alla lunga ripercuotersi sull'articolazione dell'anca e causarne un alterato lavoro articolare che alla lunga porta ad artrosi a quel livello.In presenza di disordini dell'età evolutiva, quali scoliosi e paramorfismi scoliotici, risulta essere un'ottima base di partenza per impostare il trattamento soprattutto se il piccolo paziente porta gli occhiali o un apparecchio ortodontico.
  2. In presenza di disordini dell'età evolutiva, quali scoliosi e paramorfismi scoliotici, risulta essere un'ottima base di partenza per impostare il trattamento soprattutto se il piccolo paziente porta gli occhiali o un apparecchio ortodontico.
  3. Negli atleti che riscontrino movimenti poco fluidi e carichi distribuiti asimmetricamente nel corpo.
  4. Quando diversi recettori posturali siano stati coinvolti e il corpo abbia esaurito le capacità di compenso. Per esempio una distorsione di caviglia a cui si sia aggiunto in seguito un intervento chirurgico che abbia lasciato residua cicatrice patologica e una malocclusione dentaria. La presenza di dolore al mattino piuttosto che alla sera sono indice di coinvolgimento di recettori diversi.
  5. Quando è presente una alterazione dell'appoggio del piede, vale sempre la pena intervenire perché andremo a modificare i carichi sulle articolazioni soprastanti a partire dalle ginocchia sino ad arrivare per esempio alla base del cranio e agli occhi.
  6. Dopo la guarigione da un trauma o intervento chirurgico
  7. In presenza di sintomi viscerali o alterazioni respiratorie

Quando invece ci si accorge di non essere allineati e non si ha dolore, l'esame può essere fatto ma rimane da valutare nello specifico se fare un trattamento possa essere indicato, in quanto potrebbe alterare equilibri e adattamenti che il sistema nervoso ha creato per inibire il dolore.

IN CHE COSA CONSISTE LA VALUTAZIONE?

La valutazione posturale è innanzitutto un'osservazione del corpo nei quattro piani dello spazio. Già dall'orientamento delle bascule di bacino e spalle ci si fa un idea di quale può essere la progressione del trattamento e di quale possa essere il recettore o i recettori coinvolti e di conseguenza stabilire le priorità di trattamento. Queste saranno poi confermate da altri test.

Vengono posizionati nel corpo dei bollini adesivi, in specifici punti che rimangono invariati e che vengono chiamati punti di repere, in modo che nelle successive valutazioni vengano misurati i rapporti e le distanze fra questi punti e sia valutabile la variazione posturale. Questo rende l'esame oggettivabile e ripetibile.

Vengono fatte delle foto con piedi posizionati sempre alla stessa distanza, con uno sfondo quadrettato in posizione frontale, da entrambi i lati, posteriormente e dall'alto, tramite uno specchio allo scoliosometro, per vedere e valutare come il corpo è orientato nella tridimensionalità.

All'osservazione si possono riscontrare posture di diverso tipo che rilevano le capacità di compenso del corpo. Una postura che abbia  le bascule allineate è solo di riferimento ed è ideale.

In una postura armonica le varie bascule si bilanciano in un modo specifico, testa e spalle convergono.

Le foto frontali e la loro rielaborazione posturale, rilevano la severità della disfunzione e questa dipende dalla presenza di disarmonie posturali a livello biomeccanico e/o neurofisiologico.

Le foto fatte di spalle permettono di individuare la Verticale di Barrè che insieme ad altri test ci darà indicazioni  sulla Primarietà della disfunzione, cioè se la disfunzione parte dall'alto (occhio, ATM), dal basso (piede) oppure è mista.

Le foto laterali ci permettono di osservare se esiste un aumento o una diminuzione delle curve della colonna vertebrale e interpretare i dati in base all'appoggio dei piedi e della classe di occlusione dentaria, cioè per esempio quando in bocca la chiusura dei denti non è ottimale per sovrafollamento dentario, mancano dei denti, gli incisivi superiori sporgono oppure la mandibola è avanzata, oppure ancora c'è una deglutizione non adeguata e la lingua ha un frenulo linguale corto  o altre disfunzioni ancora.

Tutto ciò va poi correlato a diversi test di tipo posturale.

Test

TEST DELLA ROTAZIONE DEL CAPO

Posizionandosi posteriormente al paziente, mantenedo sempre la stessa posizione a braccia tese sulle spalle del paziente, andiamo a valutare quanto il capo ruota, da un lato e dall'altro.

La rotazione del capo può essere influenzata da molti fattori, una tensione muscolare anomala, un appoggio anomalo dei piedi, un blocco dell'articolazione sacro iliaca, una problematica posturale degli occhi, una malocclusione legata a disfunzione temporo mandibolare ecc.

Spesso la rotazione del capo può essere per questo modificata anche se il fisioterapista lavora in distretti lontani dal distretto cervicale.

TEST DI ROMBERG

E' un test utile per valutare la componente statica otolitica del Sistema Vestibolare, sistema  che controlla l'equilibrio.

Il paziente viene valutato in piedi, talloni uniti, per togliere il compenso propriocettivo e  con i piedi in apertura di 30 Gradi. Gli arti inferiori sono rilassati, si sollevano le braccia in avanti e si osserva la linea bipupillare e la direzione in cui ruotano le braccia, l'operatore si pone frontalmente al paziente per rilevare questi dati.

Si chiede di chiudere gli occhi e si osserva se avvengono delle modifiche di questa posizione rispetto al piano bipupillare (linea che attraversa le due pupille) e alla rotazione delle spalle. Il test è fisiologico se la linea bipupillare è inclinata a destra,  una rotazione del tronco dallo stesso lato dell'inclinazione del capo (evidenziata dall'estensione degli arti superiori), e una traslazione a sinistra del corpo, il bacino ruota quindi dal lato opposto per bilanciare. La traslazione è piccola. Se l'inclinazione della linea bipupillare dovesse essere a sinistra succede l'opposto.

TEST DI FUKUDA

Il paziente viene posizionato su un pannello di riferimento per misurare i gradi di rotazione

Utilizziamo questo test per valutare le asimmetrie di tono muscolare e valutiamo il riflesso nucale e come questo si trasmette  sugli arti inferiori.
Vengono effettuati 50 passi sul posto con un angolo di flessione di 45 gradi delle ginocchia mentre il paziente tiene gli occhi chiusi. Il test viene eseguito sia con il capo in posizione frontale, sia in rotazione destra e sinistra.

Con la testa in posizione frontale il paziente potrebbe ruotare di poco rimanendo in fisiologia se  ruota fino ad un massimo di 30 gradi e si sposta di molto in avanti, è indice di ipertono ai muscoli della catena posteriore.

Fisiologicamente, cioè quando il riflesso è normale, quando la testa ruota a destra il paziente ruota a sinistra e viceversa.

TEST DEI ROTATORI

Dopo aver effettuato un reset, facendo sollevare il bacino da supini, si valuta il grado di ipertono nei due arti inferiori che vengono tenuti rilassati. Tenendo presente questo test si procede col

TEST DI AUTET

Si utilizza il braccio del lato ipertonico del paziente e si posa la mano sulla spalla opposta per ottenere un input al di sotto della cerniera occipitale e valutare una problematica ascendente se il tono cala.

Si utilizza la mano del lato ipotonico sotto il capo per dare un input al di sopra di C0C2, per valutare una problematica discendente se il tono cala.

Se il tono dell'arto ipertonico cala in entrambi i casi la problematica sarà ascendente, saranno coinvolti i piedi, e discendente, quindi anche occhio e Articolazione Temporo mandibolare.

 

TEST DEGLI INDICI

E' un test neurofisiologico che utilizza le variazioni sulla simmetria del tono muscolare dovuta a varianti interne quali tensione sulla colonna, un cambiamento di appoggio podalico o variazioni del rapporto tra cranio e mandibola.

Il paziente tiene i piedi in posizione neutra e con gli occhi aperti e i denti non a contatto, solleva le braccia  con gli indici tesi. In condizioni fisiologiche , cioè nella normalità, possiamo assistere ad un livellamento della posizione degli indici oppure uno dei due può avanzare.

Tenendo questo test iniziale come riferimento, possiamo interrogare il corpo e annotare i cambiamenti di direzione degli indici che indicheranno al terapeuta dove porre maggiormente attenzione. Si osserveranno gli indici mentre il paziente flette, estende, inclina e ruota i capo per valutare la colonna cervicale e l'osso ioide. Si chiederanno movimenti con la lingua, l'apertura della bocca, il serramento o il primo contatto dei denti per valutare l'apparato stomatognatico (occlusione e lingua), i movimenti oculari per valutare quanto siano coinvolti i muscoli posturali dell'occhio. Si chiederà l'appoggio su un piede per volta per valutare quanto l'appoggio del piede incida sulla postura.

VALUTAZIONE DEGLI OCCHI.

Senza addentrarsi in valutazioni molto tecniche che implicano l'intervento di un'altra figura professionale specializzata, l'ortottista, in Posturologia valutiamo e facciamo un primo screening andando a valutare i movimenti oculari in tutte le direzioni  e la muscolatura posturale dell'occhio. Si va a valutare la convergenza delle pupille, avvicinando alla punta del naso molto lentamente, la punta di  una penna e andando a rilevare se entrambe le pupille convergono all'interno della radice del  naso. L'ipoconvergenza, cioè il difetto posturale che porta l'occhio a non riuscire a convergere  alla radice del naso, può interessare entrambi gli occhi.

In questi casi si interviene insegnando al paziente degli esercizi da fare a casa volti a stimolare questi muscoli deficitari. In miofibrolisi si sfrutta un trattamento di tipo riflesso tramite un magnete posizionato molto distante dall'occhio, in un punto di agopuntura preciso, che ha la funzione di stimolare il rilascio del muscolo retto esterno. Il magnete verrà tenuto a dimora per tutto il tempo della correzione che sarà nel lungo termine.

E' indicato utilizzare una tecnica di ipnosi chiamata saturazione sensoriale mentre si effettua il movimento di avvicinamento agli occhi,  andando a stimolare più parti del corpo tramite precise azioni del paziente, per indurre il muscolo retto esterno a rilassarsi. Un'altra importante stimolazione può essere data dai punti riflessi auricolari.

Altro disturbo oculare da tenere in considerazione è l'astigmatismo  in quanto, provocando inclinazione del capo da un lato, ed essendo priorità del sistema nervoso centrale mantenere l'orizzontalità dello sguardo, potrà influenzare la postura e quindi è suggerito correggerlo.

VALUTAZIONE DEI PIEDI

Viene fatta osservando posteriormente il paziente.

Si osserva il calcagno, la sua posizione rispetto al tendine di Achille e dell'asse che dal calcagno passa per il ginocchio e la piega dei glutei per valutare nell'insieme il ginocchio e la rotazione delle anche. Si passa ad un osservazione visiva anche frontalmente per valutare quanto il piede sia più o meno in appoggio sul pavimento o si trovi in una situazione di supinazione o pronazione, se sia presente alluce valgo o dita a griffe. Vengono osservati i calli, indice di un alterato carico a livello della pianta del piede e sulle dita.

Si valuta il paziente mentre cammina per valutare un eventuale piede a doppia componente, cioè un piede che non esegue un giusto srotolamento degli appoggi durante il cammino e pressuppone un tipico adattamento della colonna vertebrale.

Completiamo la valutazione dei piedi, quali recettori posturali, con un'osservazione dell'appoggio dei piedi al podoscopio e individuare piede piatto, cavo o normale nel suo appoggio.

VALUTAZIONE DELLE CICATRICI

E' importante controllare se sono presenti e se sono cicatrici dette tossiche. Le cicatrici possono provocare disturbi ai quali spesso non si pensa come per esempio l'aumento di peso, dolori ispiegabili. Essendo la pelle un importante recettore posturale, anche le cicatrici vanno valutate e testate perchè non tutte possono influenzare il sistema tonico posturale. Utilizziamo il test del polso di Nogier, che sfrutta un fenomeno arterioso chiamato VAS, il test del ghiaccio e il test Kinesiologico. Una volta individuata la disfunzione, la cicatrice va trattata e nel trattamento con  miofibrolisi utilizziamo diverse modalità, sia manuali che strumentali quali stimolatori puntiformi, coppette, ganci, magneti, nastri che portano importante giovamento a tutto il sistema posturale, non solo sulla cicatrice stessa.

VALUTAZIONE DELLA LINGUA E ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE

L'occlusione dei denti si ripercuote a livello posturale, situazioni come mancanza di denti per esempio incidono sulla postura in maniera importante. In questo caso specifico anche la lingua sarà coinvolta in quanto ad ogni deglutizione andrà a occludere quello spazio ed avrà una deviazione anomala che si ripercuoterà a livello di catene muscolari andando a procurare squilibri dal collo sino ai piedi.

Possono essere presenti altre alterazioni quali   II e III classe dentaria, deviazioni mandibolari all'apertura della bocca, scrosci, blocchi articolari della mandibola, edentulie, deglutizione atipica, frenulo linguale corto.

In miofibrolisi possiamo essere di grande aiuto allo gnatologo, un dentista specializzato in occlusione e postura, in quanto possiamo lavorare sulla dimensione verticale dell'apertura della bocca attraverso il lavoro sulla muscolatura dell'articolazione temporo mandibolare, della muscolatura sovra e sottoioidea, della riarmonizzazione del complesso occipite atlanto epistrofeo. In questo modo ripuliamo il sistema da interferenze che possono causare, per esempio, un precontatto .

Tutti questi dati andranno raccolti e valutati nell'insieme. Sono importanti per avere un quadro generale dell'impronta posturale del paziente, aiutarci nello stilare un adeguato piano di trattamento e stabilire quali siano anche le priorità di trattamento. Per questo l'approccio di tipo posturale  non può essere uguale per tutti ma consente, nell'ambito di una fisioterapia specialistica, un'ampia gamma di scelte terapeutiche che accompagnernno il paziente nel percorso di allontamento dal dolore e ritorno alle normali attività di vita quotidiana, nel minor tempo possibile.

Tutti i test elencati, uniti a test di terapia manuale, possono essere ripetuti durante e alla fine del percorso e si può assistere anche ad importanti variazioni posturali quando si andranno a confrontare i dati raccolti. Il significativo miglioramento dei sintomi è  dovuto, in un alleanza terapeutica terapista paziente, sia al trattamento del fisioterapista, sia al lavoro che il paziente avrà cura di fare a casa.

L'esercizio terapeutico diventa essenziale per il mantenimento della salute osteoarticolare, quindi può e deve essere fatto anche al proprio domicilio, inizialmente come accompagnamento al trattamento per poi diventare una sana abitudine nel mantenimento del risultato.  Nel momento in cui  risulta difficile gestire da soli i fastidi è consigliato rivolgersi ad un professionista.

Arrivare ad una postura perfettamente allineata è impossibile e nemmeno lo ricerchiamo, ma a volte modificare anche di pochi gradi il nostro baricentro, cioè il punto dove cade tra i piedi il nostro centro