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Cefalea e il mal di testa sono disturbi molto comuni. Molte persone ne soffrono in maniera importante.
L'intensità può essere talmente invalidante da condizionare la qualità della vita.
E' necessario, per questo, fare un'accurata diagnosi in quanto il mal di testa può avere cause differenti.
Le cefalee primarie sono condizioni neurologiche complesse e difficili ma sono migliorabili con un adeguato trattamento.
E' importante una diagnosi accurata in quanto il mal di testa può essere legato a patologie neurologiche, patologie internistiche o ipertensione. In questi casi la causa dipende da altra malattia che andrà curata diversamente.

La Cefalea miotensiva e l'emicrania sono quelle di cui ci si occupa maggiormente in fisioterapia e coprono più dell'80 % dei casi in osservazione.
La cefalea a grappolo e la nevralgia del trigemino vengono inserite nel campo delle cefalee.
E' importante, oltre alle cure, riprendere in mano il proprio stile di vita, adottando strategie comportamentali che possano portare lontano dal dolore.


PATOLOGIE E SINTOMI PIU’ DIFFUSI

LE CEFALEE

Tra le cefalee primarie,  la più comune è sicuramente la cefalea miotensiva, spesso  associata anche ad una componente di emicrania, che risulta essere una patologia a se.

Tutti possono avere episodi di cefalea miotensiva, essa è dovuta a una contrazione involontaria e continua della muscolatura del collo e delle spalle. E’ molto comune, palpando  questi muscoli, rilevare la presenza di TP (Trigger Point) e PAM (Punto algico miofasciale).

In questi casi il comportamento del dolore è abbastanza prevedibile. Se premiamo su un Punto  Trigger si manifesterà dolore a distanza, mentre  premendo su un PAM provochiamo sollievo, spesso il paziente riferisce dolore,  piacevole, sente che lavorando sul quel punto avrà beneficio.

La cefalea miotensiva può dare dolore invalidante, di solito persistente.

Quando pensiamo possa trattarsi di cefalea miotensiva?

Un modo per diagnosticarla è la localizzazione, cioè la zona dove si manifesta il dolore e le localizzazioni possono essere diverse.

Una delle zone dolorose che il paziente riferisce, si trova a livello sotto occipitale. Questa zona del collo infatti,  lavora incessantemente per tenere la testa e il collo in posizione corretta l’una rispetto all’altro.

Altri sintomi possono essere: cerchio alla testa, dolore vicino agli occhi, nella zona delle tempie.

I Trigger point situati a livello del muscolo Sterno cleido mastoideo, posto davanti nel collo, irradiano facilmente vicino all’occhio.

Altre zone colpite possono essere la fronte, il  vertice del capo, oppure  può essere coinvolto  tutto il capo.

Spesso il mal di testa muscolo tensivo è bilaterale e la sua durata può variare, da qualche ora a qualche giorno.

Anche fattori atmosferici possono scatenarlo, perché i muscoli rispondono al freddo. Se un muscolo ha già una contrattura di base sopra la norma, il freddo può attivare  un Trigger Point.

A livello sotto occipitale inoltre, partono riflessi molto importanti che possono scatenare sintomi quali nausea e vomito, che si possono aggiungere in seguito alla contrattura muscolare.

La cefalea può essere acuta ma anche cronica.

La maggior parte delle cefalee che ci arrivano in osservazione sono quelle croniche, quelle che danno disturbi per almeno sei mesi l’anno e 15 giorni al mese.

Se il dolore si presenta con queste modalità,  è suggerito tenere un diario del mal di testa con giorno episodio e grado gravità.

Inizialmente, per valutarne l’ntensità viene utilizzata una scala del dolore da 0 a 10, dove zero significa assenza di dolore e 10 il massimo del dolore. Questo risulta importante per capire l’efficacia e gli effetti  del trattamento. Se è presente un mal di testa di intensità 5/7 tutti i giorni e passa a un intensità uguale ma per soli 5 giorni al mese, è vero, si ha ancora mal di testa ma la frequenza è diminuita. E’ quindi importante documentare.

Anche la frequenza del mal di testa va documentata, se arriva a intensità 8/9 e si manifesta  5/6 giorni a settimana bisogna valutare se intensità e frequenza diminuiscono.

In questo caso sarà importante la frequenza della terapia.

Infatti può essere che il mal di testa sia episodico, per esempio si manifesta prima del ciclo mestruale , oppure cronico.

Altro tipo di cefalea miotensiva è quella del fine settimana.

Ed é molto comune.In questo caso, la soluzione è semplice: è consigliato alzarsi presto, lo stare a letto scatena il mal di testa. L’ipotesi è che ,  stando a letto  più lungo magari si mantengano  delle posizioni più o meno corrette e la muscolatura cervicale possa risentirne.

Esistono pazienti che riferiscono  la cefalea del lunedì.

In questo caso il paziente riferisce di non non aver fatto nulla tranne che stare sul divano tutto il pomeriggio. Il divano, predisponendoci a posture scorrette mantenute a lungo, può essere causa abbastanza importante di lombalgia e cefalea.

Quando ascoltiamo il paziente dobbiamo stare attenti a come lo descrive: se il mal di testa è pulsante, a cerchio, se costante intermittente, se oppressivo, se trafittivo. Un mal di testa definito  come una spada che entra, difficilmente sarà affrontabile a livello fisioterapico perché riporta  più verso una diagnosi di  nevralgia o un problema vascolare.

La modalità di insorgenza, la frequenza, la durata delle crisi dolorose, la sede del dolore, sono elementi importanti, alcuni mal di testa tendono a presentarsi sempre allo stesso orario. Tutto questo va annotato nell’anamnesi, cioè  nella raccolta di informazioni sul disturbo del paziente.

Sintomi concomitanti sono nausea e vertigini. Anche gli scotomi, aree di cecità dell’occhio che ci aiutano a capire l’eziologia.

Alcuni mal di testa possono arrivare dopo uno sforzo fisico o dopo aver tenuto una posizione a lungo, per  lavoro,  per esempio dopo aver dipinto il soffitto.

L’età di esordio si sta abbassando, nei piccoli pazienti si manifesta  già dalle elementari,  a causa della cartella, per le tensioni, e i bambini arrivano in osservazione quando sono già in trattamento farmacologico.In questi casi  sarebbe ottimale stimolarne l’attività fisica evitando l’inattività.

Soprattutto i pazienti che hanno cefalea cronica, sono dipendenti da farmaci, li assumono quotidianamente. L’ottimale sarebbe, in accordo col medico, arrivare a diminuirne il consumo.

L’EMICRANIA

La Cefalea miotensiva  va distinta dall’emicrania. Spesso sono associate, il paziente stesso descriverà due tipi diversi di mal di testa, nelle emicranie anche se non possiamo garantire la risoluzione del problema, diventa utile risolvere la cefalea che è il nostro campo di battaglia.

Il dolore dell’emicrania è pulsante, insorge progressivamente da un lato della testa o dalla parte anteriore della testa.

Un  paziente che arriva con cefalea nucale, probabilmente non ha l’emicrania.

Un mal di testa sulla tempia può essere dovuto a emicrania, ma spesso si sposta, mentre invece il dolore del mal di testa miotensivo non si muove.

Il dolore da emicrania è pulsante, quello miotensivo è più oppressivo.

L’emicrania è unilaterale, tende ad interessare solo un lato,  può passare anche dall’altro lato, ma è più raro che diventi bilaterale.

E’ un dolore pulsante ed intenso, non fa fare le cose normali della vita, peggiora con il movimento. Il paziente con emicrania deve fermarsi, andare a letto, spegnere la luce, togliere i rumori.

Il  paziente con mal di testa miotensivo sta meglio se si muove, va a fare una passeggiata,  in palestra.

L’emicrania  si accompagna a nausea e vomito, che può essere presente anche nella cefalea miotensiva, ma in caso di emicrania è caratterizzato da fotofobia e fonofobia, sono pazienti che hanno paura della luce e si chiudono in camera, da fermi, sino a che l’attacco passa.

Si possono avere piccoli abbagliamenti, dei flash, oscuramento e annebbiamento della visione,   un calo di vista su  un occhio, la prima volta che capita ci si può  spaventare e ricorrere al pronto soccorso.

Alcuni attacchi di emicrania possono ricordare anche un TIA, perchè si può fare fatica ad articolare le parole, si ha rigidità alle spalle, formicolio, tutte sensazioni che fanno parte dell’aura. Tutti questi sintomi, che fanno parte dell’aura, il paziente col tempo, impara a riconoscerli e  sa che sono predittivi di un attacco in arrivo.

Esiste un emicrania silenziosa, ci sono dei casi in cui l’aura si manifesta ma non viene mal di testa.  L’emicrania ha delle fasi e anche queste la differenziano dalla cefalea miotensiva o a grappolo.

Ci possono essere alterazioni dell’umore.

L’emicrania colpisce di più le donne.

Può manifestarsi irritabilità, euforia ed oppressione, può venire fame per alcuni cibi, tipicamente dolci o cibi con sapori  intensi.

Sensibilità ai rumori agli odori.

Nausea, vomito, paura di luce e suoni, ipersensibilità agli odori, sono tutti sintomi che possono aggiungersi.

L’attacco può anche svanire da solo è solo una questione di tempo. Ma nessuno al giorno d’oggi ha 72 di tempo ad aspettare senza far niente per attenuare il dolore.

Il riposo aiuta ad alleviare i sintomi. Passato il mal di testa, potrebbe residuare debolezza o sintomi gastrointestinali quali dissenteria. Alcuni pazienti diventano euforici ma più facilmente si instaura malessere e depressione. Questo è di solito il racconto del paziente che soffre di emicrania.

LA CEFALEA A GRAPPOLO

NEVRALGIA DEL TRIGEMINO

NEVRALGIA DI ARNOLD

 

TRATTAMENTO. Il nostro percorso esperenziale.

Valutiamo e trattiamo la persona mediante un percorso terapeutico personalizzato portando l’attenzione su fattori che possano essere concause delle principali tipologie di mal di testa.

Disturbi del sonno e deficit di recupero.

Disturbi alimentari, deficit nutrizionali , diete scorrette.

Disturbi metabolici e vascolari.

Di-stress psico emotivo.

Disordini muscolo articolari del rachide cervicale e della mandibola.

Altre patologie.

Dietro indicazione del medico specialista, il trattamento, sarà preceduto da accurata valutazione.

Rispetto alla fisioterapia tradizionale dove il massaggio, abinato a vecchia e superata terapia fisica, la fa da padrone,  la nostra proposta è cucita sulla persona. I nostri trattamenti non sono standardizzati e non si concentrano solo sulla zona dolorosa.

Miriamo, per chi soffre di cefalea primaria, ad individuare i fattori concomitani per diminuire l’irritabilità del sistema nervoso centrale allo scopo di diminuire la frequenza, l’intensità, la durata, degli attacchi cefalgici diminuendo il rischio di cronicizzazione e la resistenza ai farmaci.

La nostra filosofia è lavorare su muscoli, sulla struttura, articolazioni schiena, gambe  che consentono ai recettori posturali di funzionare al  meglio.

Valutiamo tutto e trattiamo quello che bisogna correggere.

Il trattamento prevede quattro fasi di intervento e percorsi dedicati.

  • Prima fase di intervento sulla disattivazione del dolore.
  • Seconda fase intervento sull’ottimizzazione del lavoro recettoriale di occhio, ATM, piede e pelle unita al lavoro su vertebre, muscoli, fasce e legamenti.
  • Terza fase rieducazione segmentaria e globale, coscientizzazione del paziente e autotrattamento
  • Quarta fase mantenimento dei risultati ottenuti.

Il nostro trattamento passo dopo passo.

Nella prima  Valutazione, che sarà comunque quella globale con foto e test, porremo a nostra attenzione al tratto cervicale, dorsale, all’articolazione temporo mandibolare e gli occhi, andando ad analizzare in primo luogo la libertà dei vari movimenti del rachide cervicale superiore e di quello inferiore.

Noteremo come l’occipite si posiziona rispetto alla prima vertebra cervicale, chiamata Atlante, osservando l’altezza delle orecchie. Annoteremo una eventuale inclinazione del collo e della linea passante per gli occhi e la linea bitragalica, cioè la linea che passa per le due orecchie in un punto preciso chiamato trago.

Controlleremo scrupolosamente l’Articolazione temporo mandibolare ed eventuali malocclusioni.

Andremo a ricercare eventuali punti algici a livello cervicale, dorsale e cranico.

Rileveremo quali muscoli risultino accorciati e quali invece allungati contribuendo in questo modo a limitare la rotazione del capo.

A livello sub-occipitale, si trovano dei muscoli molto piccoli ma importantissimi per la statica del complesso occipito atlantoideo. Il loro compito principale è fare in modo che venga sempre mantenuta l’orizzontalità dello sguardo e la verticalità delle corde vocali.

Per questo motivo, prioritario è il lavoro di terapia manuale volto a riarmonizzare sia il lavoro di questi piccoli muscoli, ma anche delle vertebre su cui si inseriscono, per cui lavoreremo per normalizzare il più possibile la zona disfunzionale.

E’ auspicabile avere delle radiografie recenti per escludere eventuali malformazioni del tratto cervicale e il posizionamento delle vertebre in particolare dell’Atlante.

Le manipolazioni, assolutamente sicure e atraumatiche, vengono eseguite solo dopo un attento lavoro sui muscoli, volto alla neutralizzazione dei trigger point e dei Punti algici miofasciali, il vantaggio che se trarrà sarà un  aumento dell’arco di movimento, miglioramento dell’acuita visiva, sul dolore e sulla postura in generale.

La nostra manualità è associata all’utilizzo di una gamma di strumenti che consentono di sciogliere le nodosità e al tempo stesso di essere meno invasivi possibile utilizzando la magnetototerapia a campi stabili con l’obbiettivo  di diminuire la sensazione dolorosa.

Seguirà una riarmonizzazzione del lavoro muscolare di tutto il cingolo scapolare  e del tratto cervicale effettuata con una tecnica particolarissima, chiamata Neuro Bilanciamento Totale integrato (NBT).

L’effetto benefico si percepisce nell’immediato in quanto il paziente riferisce leggerezza, aumento del range articolare e migliore acuità visiva. I muscoli sotto occipitali infatti controllano l’oculocefalo giria, cioè i movimenti oculari collegati al movimento della testa.

Il retto breve in particolare, secondo alcuni autori, avrebbe una connessione con la dura madre che mette in collegamento le strutture fasciali esterne con quelle intervertebrali, per questo motivo quando abbiamo  una disfunzione cranio sacrale questa si ripercuote sul sistema miofasciale esterno e viceversa.Per questo motivo l’attenzione, nell’arco di diverse sedute, sarà posta nei distretti direttamente collegati quali il sacro e le vertebre lombari oltre che ai piedi.

Il colpo di frusta, conseguente a tamponamento, può produrre un inversione di curva a livello della lordosi cervicale, definita radiograficamente rettilineizzazione cervicale e questa può essere uno dei  generatori di  mal di testa e cefalea. Sarà importante ripristinale i giusti rapporti ossei e muscolari per dare sollievo al paziente.

Lo stupore dei pazienti arriva quando per un mal di testa si va a lavorare in distretti lontani da quelli del dolore. E’ bene sapere che esistono delle corrispondenze, dei collegamenti fra le varie ossa. Ad esempio il bacino è in corrispondenza con le ossa temporali, situate ai lati della testa. Questi muscoli, chiamati Temporali,  possiamo percepirli al tatto quando serriamo i denti, appongiando lateralmente alla testa il palmo delle mani. Sono molto forti, coinvolti nella masticazione, coinvolti nel serramento notturno, spesso sede di contratture che generano di  mal di testa. Per questo, chi conosce queste relazioni, non trascura la relazione dei temporali con l’ileo, situato nel  bacino.

Valutare il coinvolgimento della prima costa è importante, a questo livello si inseriscono i muscoli sotto ioidei e questa muscolatura influenza il ganglio stellato.che si trova proprio all’altezza della prima costa e della settima vertebra cervicale ed è un ganglio del sistema simpatico. Normalizzare il posizionamento della prima costa permette di sbloccare il riflesso auricolare, K27 e L’utilizzo delle riflesso terapie quali quelle a distanza come le Linee artro muscolari.

Il rachide cervicale contiene il passaggio per  le arterie vertebrali, deputate a convogliare sangue al cervello e possono risultare compresse nel loro decorso sia dalla parte ossea che muscolare  e fasciale.

Essendo il rachide cervicale una zona molto delicata, si entra in punta di piedi rispettando percezione del paziente nei confronti del dolore. Durante il  ogni trattamento segue una presa di coscienza da parte del paziente. E’ importante ascoltare cosa percepisce e cosa riferisce il paziente, la sua presa di coscienza della nuova modalità di movimento, il cambiamento del sintomo. La sua reazione ci autorizzerà a continuare o meno nel trattamento.

Le modalità di intervento sono variegate e vengono alternate perchè non ci si abitui allo stimolo, è questa la grande differenza e vantaggio rispetto al massaggio manuale, si ha più precisione nel trattamento dei punti e si generano reazioni chimiche diversa da parte dell’organismo. Per questo stimoli puntiformi vengono alternati a stimoli più ampi e linitivi, a spatolate, a suzioni e vibrazioni sui tessuti, viene sfrutttato l’effetto agopuntura di alcuni strumenti ma nessun ago verrà infisso.

Il vantaggio di tutta questa varietà di interventi  è la minor compressione che si esercita da parte dei tessuti contratti su vene, arterie e nervi una volta ripristinato il giusto assetto della zona. I risultati saranno benessere e libertà di movimento.

I trattamenti miracolo esistono, in prima seduta capita spesso di diminuire notevolmente il dolore, ma quello di cui ci siamo accorti nel tempo è quello  mancava la stabilizzazione per cui il dolore aveva tendenza a tornare. Adesso preferiamo informare il paziente che, salvo caso particolari, il risultato verrà mantenuto solo per qualche giorno e potrebbe ripresentarsi dolore in distretti differenti, apparentemente non collegati. Questo significa che il corpo avrà instaurato dei meccanismi di compenso a quel dolore che abbiamo levato in quella zona ma potranno ripresentarsi in un altra.

E’ per questo che la nostra modalità di lavoro predilige un percorso vero e proprio e il beneficio che se ne trarrà sarà l’eliminazione delle recidive portando l’attenzione a quelle moderne scoperte sui fattori di rischio e cronicizzazione del dolore legate alle credenze della persona rispetto a ciò che ha capito della sua problematica e a come crede che evolverà. L’utilizzo di comunicazione adeguata, in particolare la PNL che abbiamo approfondito nell’arco di questi anni, indirizzerà il paziente verso il suo miglior risultato e obbiettivo.

Se ci troviamo di fronte a patologie croniche non si può pretendere di risolvere in una seduta e a volte nemmeno in un ciclo la propria sintomatologia.  Ci vorrà impegno, costanza ed entrare nell’ottica del cambiamento dello stile di vita se non idoneo.

Voler prendere la decisone di stare  meglio e impegnarsi in prima persona per farlo.

Decidere di mangiare meglio e muoversi allenando forza e resistenza, avranno effetti benefici sull’attività del tuo cervello e sulla salute dei tuoi tessuti.

Decidere che un abuso di farmaci e conseguenti effetti controlaterali può essere contrastato con un sano stile di vita e l’acquisizione di abitudini salutari.

Tenere un diario per annotare giornalmente i percorso terapeutico e i suoi effetti.

La gran parte delle persone trascura di bere, mentre invece è importantissimo per ottenere il beneficio di eliminare le tossine causa del dolore, tossine accumulate nel tempo che vengono fuori durante il trattamento e devono essere eliminate

Impegnarsi a fare tutto ciò che può mantenere in equilibrio positivo la funzionalità del tuo sistema nervoso.

A livello sub occipitale per la tensione muscolare possono formarsi dei geodi all’inserzione muscolare,  dovuti alla tensione dei muscoli, sono dei cristalli di carbonato di calcio  dolorosi alla pressione che possono essere risolti con trattamenti protratti nel tempo.

Tutti i problemi del massiccio cefalico generano alterazioni podaliche.

Il piede è unito intimamente all’atlante e qualsiasi disequilibrio di atlante si ripercuote sul piede e viceversa.

Per questo nel nostro trattamento il piede viene sempre trattato, andando ad individuare  e trattare dei  punti in particolare che  sono efficaci nel trattamento di tutti i muscoli del tronco sino ad arrivare all’occipite. Si tratta di un   trattamento riflesso che ha i suoi fondamenti nell’agopuntura e che ci consente di attenuare il dolore senza infissione di aghi ma con utilizzo di coppette, strumenti di miofibrolisi, mano e percussore neuromuscolare.

Questo trattamento prevede l’utilizzo di punti situati sulle Linee artromuscolari o le stesse linee. Per abbreviazione le chiamiamo LAM e comprendono una concatenazione di muscoli e fasce capaci di influenzarsi una con l’altra. Il loro trattamento combinato consente di coprire nella totalità il corpo e di cambiarne l’atteggiamento posturale.

Nel dolore acuto permettono di ottenere beneficio trattando a distanza dal  punto doloroso diminuendone in questo modo  la percezione dolorosa in maniera notevole.

Utilizziamo le LAM nel trattamento del dolore acuto.

Le modalità di trattamento sono diverse  e, lo strumentario completo e le manualità  acquisite con anni di pratica ed esperienza fanno in modo che possiamo proporvi la soluzione più adatta per il raggiungemento del vostro benessere.

La coppettazione, o Colour cupping therapy è uno dei trattamenti che vengono integrati e sfrutta le possibilità terapeutiche di luce i colori. Tutti conosciamo l’effetto benefico della luce sulla vita D e la stimolazione di produzione ossea, l’effetto sull’umore ma in pochi conoscono come sfruttare a scopo terapeutico i colori dell’iride. Ciascun colore consente al corpo quando ne è attraversato, di produrre neuromediatori chimici differenti che hanno effetti differenti. Quando la luce attraversa il corpo da un informazione al sistema nervoso centrale, ed è questo che sfruttiamo per fare  la differenza con la coppettazione classica.

Spesso  quando si presenta il dolore si ha la tendenza ad assumere farmaci che invece tendono a gelificare, all’interno dei tessuti, le tossine stesse rallentando la guarigione.

Ci sono specifici punti che trattiamo in quanto, spesso è presente, oltre a mal di testa, una disorganizzazione neurologica, che si manifesta con mancanza di concentrazione, si inverte la destra con la sinistra, non ci si ricorda dove si mettono le cose. Sono punti da trattare nel lungo periodo e il paziente può farlo a casa alternando dei periodi di pausa.

Facciamo una grossa differenza fra curare e trattare.

Se ho una malattia infettiva, una polmonite la curo con l’antibiotico.

Se ho ipertensione, diabete , gotta, le tratto e lo faccio per tutta la vita.

Per questo il paziente tornerà quando è necessario dopo un primo ciclo, possibilmente prima che il dolore diventi importante.

I periodi in cui la sintomatologia sarà migliore si allungheranno quando i trattamenti di mantemimento verranno fatti: il consiglio è mantenere la salute quando si sta bene. D’altronde anche alla macchina  facciamo il tagliando quando cammina e non quando il danno è fatto.

Tra i trattamenti di mantenimento rientra l’utilizzo di magneti che insegneremo ad utilizzare sia per le fasi acute che per le fasi di mantenimento.

Tra le terapie riflesse proposte rientrano oltre  alle Lam, l’auricoloterapia e le dermalgie riflesse, in tutte le modalità l’obbiettivo sarà modulare il dolore e renderlo sopportabile.

L’obbiettivo è rendere il paziente indipendente insegnandogli  l’automantenimento. Bisogna capire se il paziente è disposto a guarire: alcuni dolori sono funzionali alle relazioni con gli altri per cui non ha interesse a guarire.

Il paziente che vuole guarire si impegna perchè ha fretta di guarire. Andranno inserite delle sedute di controllo e mantenimento nel lungo periodo.

Il primo obbiettivo è ridurre le crisi e  il dolore. Il trattamento successivo viene effettuato entro 4/5 giorni prima che la crisi ritorni. Accogliamo il paziente e lo prendiamo  in carico, senza farlo aspettare troppi giorni  fra un trattamento e l’altro. Se necessario lo vediamo anche il giorno successivo se il dolore è acuto, tenendo conto che  il dolore ha una curva specifica, lo si fa calare  e si interviene   poco prima che ritorni l’intensità da cui siamo partiti.

Quando interveniamo direttamente sui punti trigger, con miofibrolisi classica, è necessario lasciar passare almeno una settimana prima di ripetere questo trattamento ma nel frattempo possiamo fare altro: le terapie riflesse per esempio. Seguire il paziente e monitorare l’andamento del dolore, consigliare come muoversi e cosa fare a casa negli intervalli diventa fondamentale.

Se al mal di testa si aggiungono vertigini è importante non toccare la zona cervicale durante gli attacchi ma diverse sono le modalità di intervento a distanza.

Le  vertigini di origine posturale si manifestano perchè occhio, orecchio (apparato vestibolare) e propriocezione proveniente dai muscoli, mandano al cervello input contrastanti.

L’occhio informa che la testa è messa in un certo modo, l’orecchio in un altro. I muscoli sottooccipitali che sono contratti danno una sensazion ancora diversa.

L’encefalo non riesce più a mettere  insieme queste sensazioni e si manifesta vertigine.

La propriocezione generale, quella dei muscoli, entra in conflitto con quella speciale, quella di occhi e orecchie e questo porta alla sindrome vertiginosa parossistica benigna.

In particolare i muscoli sottocipitali , ricchissimi di propriocettori sono assolutamente da liberare, sottendono ai  riflessi sull’oculomotricità e un loro spasmo può andare a comprimere la componente vascolare deputata a portare sangue al cervello. Trattando questi muscoli abbiamo beneficio anche sulla compente visiva, miglior acuità dello sguardo, il paziente riferisce di vedere meglio e più chiaro. Di sentirsi più alto.

Anche il riflesso tonico del collo passa per questi muscoli.

L’insieme di questi riflessi  coordinano la stabilità del capo , degli occhi e il resto della postura.

Il  trattamento cervicale è molto delicato, soprattutto se ci spostiamo a livello del collo sullo sternocleido mastoideo, il trattamento sarà molto preciso ed  eviterà possibilmente, di scatenare vertigini.

Il trattamento cervicale locale in questi casi viene sconsigliato per le componeti che possono scatenare la sdr vertiginosa, ma noi abbiamo un arma in più, il lavoro a distanza sulle LAM, sull’orecchio e su tutti i sistemi riflessi e solo dopo andremo a trattare i muscoli locali.

L’articolazione temporomandibolare.

Il trattamento dell’articolazione temporo mandibolare è complementare.

Le informazioni che arrivano dall’articolazione temporo mandibolare  possono interferire e aggravare il controllo posturale a partire da una malocclusione, contribuire a sviluppare una sdr vertiginosa.

Valuteremo anomalie dell’apertura della bocca, la presenza di click, scrosci, se è presente serramento o bruxismo.

Il trattamento anche in questo caso, prosegue a casa con utilizzo di magneti locali e nei punti riflessi.

Il trattamento dell’articolazione temporo mandibolare è importante nei mal di testa occipitali e nei dolori cervicali. In concerto col dentista si deciderà se intervenire anche con eventuale bite o trattamento specifico.

I muscoli sottoioidei sono importanti allo stesso modo perchè riguardano la deglutizione, si predisporrà un lavoro fasciale atto al riallineamento dell’osso iode coadiuvato dal lavoro del paziente a casa per favorire il rilasciamento muscolare.

Gli occhi.

Ci occuperemo di controllore gli occhi, non la visione e tutto quello che compete il medico oculista, ma controlleremo i difetti di convergenza, la motilità intrinseca dell’occhio.  La valuteremo e la correggeremo assegnando degli esercizi da fare nel lungo termine.

Dal punto di vista posturale l’esame della convergenza viene fatto arrivando sino alla radice del naso, anche un piccolo difetto in posturologia è importante.

Gli esercizi assegnati saranno semplici in un primo approccio, senza volerci sostituire all’ortottista, ma anzi richiedendone l’intervento in caso di necessità. Gli esercizi per essere ottimizzati, saranno accompagnati dall’utilizzo di magneti a distanza e da un trattamento che sfrutta l’Ipnosi per fare rilasciare i muscoli interessati nel minor tempo possibile.

L’occhio comanda la postura in via discendente. Significa che anche i carichi sul piede cambiano e questo manifesterà adattamenti. Quindi se non cambiamo l’attitudine dell’occhio è inutile lavorare sul piede mettendo per esempio una soletta. Potremo farlo in seconda battuta.

Le vertebre cervicali.

Il lavoro  sulla muscolatura cervicale è fondamentale per un buon  posizionamento vertebrale. E questo a sua volta può dare al cervello informazioni diverse da quelle provenienti da occhio, orecchio e labirinto. Agiremo a questo livello  con la manipolazione strumentale che diventa il mezzo più sicuro ed efficace per ottenere il risultato.

E poiché la colonna è un tutt’uno non trascuremo le relazioni del tratto cervicale con il tratto lombare e con i piedi. Offriremo un trattamento globale e non solo un trattamento sintomatico su un solo distretto.

Sotto il controllo cervicale abbiamo anche i nervi cranici deputati che controllano i movimenti degli occhi.

Le vie vestibolari servono a mantenere l’orizzontalità dello sguardo  e la verticalità delle corde vocali, che è quello che serve all’essere umano per muoversi e  parlare in stazione eretta.

Le dermalgie riflesse.

L’individuo non è solo muscoli, struttura, vertebre,  ma anche visceri emozioni e sentimenti. Jarricot  aveva individuato delle mappe riflesse. La dermalgia si manifesta con   una panniculite, in zone iperalgiche dove il tessuto è congestionato e doloroso alla palpazione. I mal di testa di origine viscerale possono trarre vantaggio sfruttando il trattamento di queste zone.

Ma non solo, in moltissimi mal di testa esiste una componente ansiogena, una componente di rabbia, o sono dovuti a cattiva digestione.

Sulle dermalgie, una volta individuate, lavoriamo con il microrotore sino a farle cedere.

Possiamo aggiungere un trattamento con le coppette utilizzando il colore corrispondente al punto riflesso dell’organo, e normalizzando le vertebre corrispondenti alla zona, con le varie tecniche a disposizione che come avrete capito sono veramente tante. Altri punti utili da valutare sono quelli collegati all’ansia, il punto del fegato e il suo corrispondente nell’orecchio, il punto dello stomaco e della vescicca biliare, il pancreas. Possiamo associare il trattamento delle LAM associate all’organo.

Auricolo terapia.

Con una serie di strumenti idonei lavoriamo anche sfruttando l’orecchio  e le sue vie riflesse.

La colonna cervicale , il sistema nervoso centrale, l’occhio, i muscoli paravertebrali, i visceri, i plessi, sono rappresentati nella somatotopia auricolare che sfrutteremo a scopo terapeutico. L’atm, zona del mal di testa, il trigemino, la prima costa.

L’orecchio viene trattato con strumenti di rilevamento, il punto da trattare viene rilevato sia con strumentazione elettrica che utilizzando un bastoncino rileva punti. Il trattamento viene fatto tramite un microrotore e strumenti atti a neutralizzare il punto. Nei punti attivi vengono inoltre posizionati dei micromagneti che il paziente continerà a stimolare a casa per mantenere sempre attivo il trattamento.

 

 

Vertigini, cefalea miotensiva e vertigini posturali sono il nostro campo di battaglia, molte sono le frecce nel nostro arco e combinare i vari trattamenti ne fanno un trattamento unico ed esperienziale che potrete scoprire in Studio, la descrizione risulta impegnativa ed è più semplice farne esperienza.